Ed io sto qui a studiare
quando al mondo
cose più urgenti
sarebbero da fare!
Sto qui a scrivere per voi
che della giovinezza
avete perso i sogni
non solo l'età.
Eppure c'è un senso di trionfo in me,
la vittoria personale:
di avercela fatta nonosante il mare
di ostacoli che ci avete piazzato.
Ma non posso parlare di tutti.
Devo specificare:
non voglio che si stia a pensare
che io parli in generale.
Ai professori che ci hanno aiutato,
non di certo con un voto regalato,
ma con una pacca sulla spalla,
un cioccolatino,
la disponibilità senza riserva,
il rischio di fidarsi di noi.
E infine ce l'abbiamo fatta.
Ci avete criticato,
a volte a torto a volte a ragione.
Ci avete detto che non fate differenze
e che cercate di essere equi,
ma la maggior parte di voi non lo è.
Le due parti han sbagliato,
ma la differenza sta
nel fatto che se noi lo ammettiamo,
voi lo lasciate come un segreto di stato.
Questo è ciò che pensano gli studenti
e se volete essere quei prof delle piccole parentesi
per un problema di una persona,
quella minoranza che dice 'bravo'
piuttosto che 'è sufficiente',
se vi interessa sì insegnare una materia,
ma insegnare anche per la vita,
dovete semplicemente cercare di pensare
a come voi eravate quando come noi:
a volte non avevate più voglia di studiare,
una ragazza o un ragazzo riempiva i vostri pensieri,
avevate litigato con la migliore amica,
la prof ingiustamente vi aveva messo quattro,
quando sentivate che esistevano dei grandi ideali per cui lottare,
quando avevate voglia di piangere senza un motivo preciso.
E non m'importa se una volta non ci fu nessuno a capirvi,
perchè se qualcuno non cambia le carte in tavola,
il gioco sarà sempre lo stesso.
I ragazzi parleranno del 'dover' andare a scuola,
piuttosto che del 'diritto, piacere e privilegio' di imparare.
I ragazzi odieranno gli insegnanti.
Grazie a chi ha cambiato le carte in tavola,
mi ha inseganto a studiare,
ha dato un senso a molte cose;
ha cambiato le carte ma non le regole.
I miei auguri più meri
a chi nemmeno insegnava,
a quelli che 'il programma va portato avanti'
a quelli che 'l'importante è avere un voto'
a quelli che 'meglio far passare tutti col 6'
- ecco come distrugere chi si impegna- .
I miei più grandi complimenti a tutta la mia classe.
Perchè in fondo è finita e noi siamo nella vita vera:
quel che avete fatto è fatto,
Ma per cambiare non è mai troppo tardi.
E se dovete farlo,
almeno fatelo in meglio.
Con speranza che un giorno tutti possano anche educare alla vita.
quando al mondo
cose più urgenti
sarebbero da fare!
Sto qui a scrivere per voi
che della giovinezza
avete perso i sogni
non solo l'età.
Eppure c'è un senso di trionfo in me,
la vittoria personale:
di avercela fatta nonosante il mare
di ostacoli che ci avete piazzato.
Ma non posso parlare di tutti.
Devo specificare:
non voglio che si stia a pensare
che io parli in generale.
Ai professori che ci hanno aiutato,
non di certo con un voto regalato,
ma con una pacca sulla spalla,
un cioccolatino,
la disponibilità senza riserva,
il rischio di fidarsi di noi.
E infine ce l'abbiamo fatta.
Ci avete criticato,
a volte a torto a volte a ragione.
Ci avete detto che non fate differenze
e che cercate di essere equi,
ma la maggior parte di voi non lo è.
Le due parti han sbagliato,
ma la differenza sta
nel fatto che se noi lo ammettiamo,
voi lo lasciate come un segreto di stato.
Questo è ciò che pensano gli studenti
e se volete essere quei prof delle piccole parentesi
per un problema di una persona,
quella minoranza che dice 'bravo'
piuttosto che 'è sufficiente',
se vi interessa sì insegnare una materia,
ma insegnare anche per la vita,
dovete semplicemente cercare di pensare
a come voi eravate quando come noi:
a volte non avevate più voglia di studiare,
una ragazza o un ragazzo riempiva i vostri pensieri,
avevate litigato con la migliore amica,
la prof ingiustamente vi aveva messo quattro,
quando sentivate che esistevano dei grandi ideali per cui lottare,
quando avevate voglia di piangere senza un motivo preciso.
E non m'importa se una volta non ci fu nessuno a capirvi,
perchè se qualcuno non cambia le carte in tavola,
il gioco sarà sempre lo stesso.
I ragazzi parleranno del 'dover' andare a scuola,
piuttosto che del 'diritto, piacere e privilegio' di imparare.
I ragazzi odieranno gli insegnanti.
Grazie a chi ha cambiato le carte in tavola,
mi ha inseganto a studiare,
ha dato un senso a molte cose;
ha cambiato le carte ma non le regole.
I miei auguri più meri
a chi nemmeno insegnava,
a quelli che 'il programma va portato avanti'
a quelli che 'l'importante è avere un voto'
a quelli che 'meglio far passare tutti col 6'
- ecco come distrugere chi si impegna- .
I miei più grandi complimenti a tutta la mia classe.
Perchè in fondo è finita e noi siamo nella vita vera:
quel che avete fatto è fatto,
Ma per cambiare non è mai troppo tardi.
E se dovete farlo,
almeno fatelo in meglio.
Con speranza che un giorno tutti possano anche educare alla vita.
Un'ex studentessa della vostra scuola.
Nessun commento:
Posta un commento