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mercoledì 12 maggio 2021

Per questo

 Per questo mi sono strutta tutto questo tempo.

Me lo sono chiesto. Mi sono strutta per cosa?

Ora lo so.

Per questo.

Semplicemente per questo.

Per poggiare la mano ad un centimetro di pelle e liquido da te e sentirti muovere nella pancia della tua mamma.

Per la gioia di leggerti una storia nella speranza più per passare del tempo a tenerti in braccio più che per la speranza che la paura dell'aspirapolvere se ne vada presto.

Per la gioia di stare sedute sul divano una accanto all'altra a parlare poco fissando qualcosa che attraversa il tempo.

Per una cena in famiglia, anche quando si alzano i toni, anche quando soffriamo talmente tanto da non capire più le nostre stesse parole 

 

Per questo ho portato e continuo a portare la mascherina.

Per questo fatico a spuntare le caselle di altri impegni, che non sono più nella lista delle cose che faccio perché mi va di farle, persone che non sono più in quelle liste.

Fatico. Annaspo.

Eppure sorrido, fra le lacrime.

Per questi istanti di felicità nella marea di  tutto quanto, per questo continuerò a fare ogni sacrificio pur di avere ancora questi momenti.

Per questo.

domenica 8 novembre 2020

Quel tipo di amore

 Il tipo di amore per cui mi struggo è quello che si dona totalmente, quello che si mette fra il proiettile e la persona amata.

Quel tipo di amore che supera ogni cosa, ogni differenza, ogni barriera, ogni pregiudizio.

Cerco un amore così e mi chiedo se sono in grado di darne uno così.

Mi rispondo che forse no. Forse nessuno può farlo. Ma so che ci provo ogni giorno con le persone a cui voglio bene, a cui tengo.

So che non potrei accettare un amore che fosse meno di questo.

Non potrei dare un amore minore di questo.

Uno solo, uno solo, ha dato alla perfezione questo tipo di amore irraggiungibile.

 Si è fatto crocifiggere su una croce pur di salvare ogni essere umano su questa terra, per proteggerli dai loro peccati, per perdonarli ogni volta che fossero caduti comunque in esso, per perdonarli sette volte sette, perché un amore così è folle, è l'amore di un padre, è l'amore di un fratello.

 

Questo tipo di amore ti stravolge, ti porta via qualcosa che avevi, una serenità che non esisteva, ti toglie dalle illusioni, ti porta in un posto dove soffri e provi emozioni che fanno male davvero, ma che ti fanno sentire vivo.

 In un posto dove ti metti a ridere per le cose stupide per cui ti sei preoccupato fino a ieri.

In un posto dove ridi.

Ridi perché capisci che tutto quello che c'è al di fuori di dentro non ha valore.

Nemmeno con tutti i soldi del mondo potrei mettere fine a quella guerra.

Con tutti i soldi del mondo non avrei l'animo per stare accanto ai miei amici.

Per quanto questo mi devasti, è la realtà di quello che succede.

 

Piangevo quella sera quando vi ho salutato in quell'isola spettacolare.

Piangevo lacrime che avrei pianto ancora e ancora, altri giorni, altre notti.

Per la preoccupazione di sapervi così.

domenica 2 agosto 2020

IL MIO COMING-OUT CON LA MASCHERINA

E così la pandemia è arrivata.

E qualche mese dopo se n’è andata.

Ah no.

Scusate, ogni tanto il senso comune mi travolge e fatico a capire cosa sia la verità.

La verità: questa sconosciuta.

Qualche mese di lockdown, una fase 1, 2, 3, stella! E poi tutto torna come prima.

A parte me.

Il lavoro riprende anche se con molta calma e molte incertezze.

Il tempo riprende a scorrere anche se ancora non mi capacito di come ad aprile ci possano essere le temperature di agosto. Ah, mi dicono che siamo in agosto. Ho capito il problema.

La pandemia ha creato un vortice spazio temporale all’interno della mia casa. Il tempo è scorso lento e veloce. Ciò che è successo prima della pandemia, mi sembra lontano anni per alcuni versi. Quello che è successo durante, è durato anni, quello che vivo adesso mi sfugge fra le dita: lo afferro un secondo e quello dopo è andato, perso e c’è ancora fatica da fare per afferrare il senso almeno di una manciata di secondi.

Ecco e poi ci sono io e il mio rapporto di odio e amore con la mia mascherina.

E il mio rapporto di affetto con l’umanità in genere, ma ancora di più con le persone a cui tengo.

Il mio inizio spassionato in cui immagino a cene in distanziamento sociale e film con gli amici e con la mia mascherina.

Sembra una relazione, benché appena nata, stabile e serena.

E invece l’idillio inizia a sbiadire.

Iniziano le feste in giardino. Iniziano con la maggior parte degli invitati senza mascherine. Iniziano le giustificazioni di ciascuno.

Chi ha appena fatto il tampone, chi ritiene che all’aria aperta non ci siano rischi, chi ti tranquillizza dicendo che lui non ha paura del virus o che comunque non è stato a contatto con persone positive, chi dice che ha preso un po’ di sicurezza ed è tornato a vivere.

Poi le giustificazioni non ci sono più, non servono, in fondo siamo amici, io mi fido degli amici, so che loro non mi porteranno il Covid.

Come se il coronavirus fosse una questione di fiducia.

Ma io non ce la faccio.

La mascherina la tolgo se siamo all’aperto e le altre persone sono a 2 metri di distanza. Altrimenti, io e la mia mascherina ce ne stiamo così, labbra sulle labbra, io che a volte ripeto le frasi due volte perché non è che la sua stoffa renda proprio cristallina la mia voce, ma onestamente non mi pesa.

E così mi ritrovo a capire che ogni volta che uscirò con qualcuno, ogni volta che incontrerò le persone (e volente o nolente, nemmeno volendo avere meno contatti con il mondo possibili, potrei evitare di incontrare qualche essere umano) dovrò praticamente fare coming-out.

Non so nemmeno se è meglio dirlo ad alta voce o lasciare che la mia mascherina parli per me. È così che mi sento. Gli sguardi addosso di chi non capisce che la mascherina, protegge più loro che me. La pesantezza di dover essere una coppia resiliente, una coppia a prova del giudizio degli altri, io e la mia mascherina.

E un divario valoriale mi allontana dagli altri. Non si tratta di meglio o peggio. Si tratta di valori diversi.

Portare la mascherina in questo preciso momento storico è l’esternazione di un valore differente da quello delle persone che non la portano.

O forse anche loro lo pensano un valore importante ma non hanno la forza di metterlo in pratica.

Questo aumenta la confusione nella mia mente e, in qualche modo, anche questo divario sembra allargarsi di giorno in giorno.

Perché il valore “avere cura della vita degli altri a prescindere dai sacrifici che devo fare” ecco, quello è un valore importante per me.

Ecco perché quando mi presento con la mia mascherina mi sembra (che paradosso!) di mettermi a nudo. Di avere tutte queste cose stampigliate su una lunga e visibile etichetta che mi porto appresso.

Così, come in un coming-out continuo, mi affatico a tener duro, a essere sempre diversa. Ma non posso fare diversamente. Io e la mia mascherina siamo le uniche armi di libertà che mi sono rimaste.




“A un uomo si può togliere tutto, tranne una cosa: l’ultima delle libertà umane – la possibilità di scegliere il proprio atteggiamento in ogni circostanza – di scegliere il proprio modo.”
Viktor Frankl


giovedì 9 luglio 2020

Musica e profumo di legno

Bastano alcuni strumenti musicali,
basta l'aroma del legno,
basta un piccolo segno di croce
e un padre nostro recitato insieme.
Basta l'accoglienza incondizionata,
basta essere e accogliere i miracoli
nati piccoli e invisibili
ma se fissi lo sguardo un secondo
è impossibile non notarli.
Cambia tutto e tutto è cambiato:
sono cambiata io
anche se in fondo, sotto tutta la buccia,
sono ancora io, anche se sono nuova.
Sono ancora io, che lotto
perché le trasformazioni fanno
dannatamente male,
fanno dannatamente bene,
le trasformazioni sono ciò che rende
la vita un viaggio
con una meta che oggi non potrei mai immaginare,
con strade da percorrere per me oggi imperscrutabili,
con compagni di viaggio che mai mi sarei aspettata.


Così questa transizione iniziata l'estate scorsa con una mail,
continuata con due viaggi in aereo,
proseguita con l'amicizia con persone straordinarie,
andata avanti con virus impazziti,
canzoni che chiedevano di essere e,
sole che filtra da un abbaino,
canzoni che fanno piangere mentre le scrivi,
forze inesauribili quando sono da dare agli altri,
forza di non mollare.
E ancora fatica che inizia a pesare,
amici che iniziano a mancare,
vecchi e nuovi amici a supporto,
fatiche in ogni singolo gesto,
paure, ansie, attacchi di panico.
Respiro che torna a fatica alla regolarità.
Respiro.
Chiedo e qualcuno risponde.
Pian piano si torna.
A volte no.
Sì torna diversi.
A sentirsi pesci fuori d'acqua.
Pesci in uno stagno che anelano all'oceano.
Questo sono.
Tutto quanto.
Fragilità incluse.
Perdono.
Forze che ancora ho.
Dubbi su di me
come una seconda adolescenza.
Questo resta.
E milioni di grazie che devo dire.
E gratitudine a pioggia per Dio
e i suoi immensi doni.

mercoledì 26 dicembre 2018

DIFfacile

DIFfacile
come la vita
perchè a volte
per fare ciò che vuoi
tutto diventa più difficile
di quando l'hai scelto.
Facile scegliere.
Difficile mantenere.
Devi sentire l'eco
della potenza di quel sogno
che ti ha spinto oltre,
dove non ti eri spinto
nemmeno con i sogni.
L'assurdo delle cose DIFfacili
è che le fai con Amore
altrimenti sarebbero solo difficili.

giovedì 15 novembre 2018

PAURE(A)

Le raggruppo
con fare filosofico
che non ho.
Semplicemente
non voglio
SPRECARE
la mia
VITA.

Il resto va bene.

giovedì 8 novembre 2018

Halleluia

Halleluia
non è un canto di gioia
detto a caso,
è d'istinto
e ragionato.
Halleluia
è ponderato perchè non
mi sbilancio.
Halleluia
per i sogni che sto rincorrendo
per le occasioni che sto perdendo
per dare un senso a tutto.
Halleluia per ciò
che non sono disposta a perdere,
per ciò che non riesco a seguire
come vorrei ma a cui
do
tutto il mio cuore.
Halleluia
per ogni secondi rubati al tempo
alla morte
ogni secondo
passato ad amare,
ogni istante l'ho rubato
al buco nero
dell'indifferenza
che fa calamita
alle nostre anime.
Halleluia
per quando non ci riesco
ma prego,
poco e male
ma prego.
Halleluia per quelli che
ho accanto
per quelli
lontani che camminano
altrove.
Halleluia
per strade meravigliose
che hanno sostato ad un crocevia
con me;
non si cancelleranno
quei momenti.

Halleluia
per la vita.
Perchè giovane
ma con i primi accenni di baffi,
con più motivi di qualunque persona
invece di innalzare il tuo lamento pubblico
parli in un modo così saggio
che la società non possiede più
e mi dici che la gente ormai
cerca ciò che non ha
ma forse si dovrebbe trovare
la felicità
dove siamo ora.
Grazie.
Halleluia anche per te.